Avere vent’anni #2: CALIFORNICATION

Estate 1999, Cesenatico.
Piscina dell’hotel perché il Mar Adriatico era poco amato dai miei e comunque non è che sia mai stato degno di un atollo tropicale a prescindere.
Non so quante musicassette avessi con me, ma ascoltai “Californication” per tutta l’estate.
Ancora faccio fatica a spiegarmelo.

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Avere vent’anni #1: UP

Gli anni delle medie sono stati uno schifo.
Non ero più del tutto un bambino, non ero ancora neanche lontanamente un ragazzo.
Non ho frequentato una scuola facile, tra figli di galeotti e gente che la gattabuia l’avrebbe assaggiata in prima persona solo pochi anni dopo.
Nella confusione che regnava sovrana dentro di me, mi sono ritrovato all’interno di un branco animato da dinamiche vergognose: bullismo, intimidazione psicologica continua e di bassissimo livello nei confronti dei compagni esterni al suddetto branco, sudditanza nei confronti di un fantomatico “capo” che si è poi rivelato essere il più grande coglione mai incontrato.
Uno capace di passare (seriamente) dall’acquisto della bandiera del Che in gita di terza media a Venezia a una foto profilo raffigurante un gerarca nazista sul neonato Facebook.

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